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giovedì 18 giugno 2015

I benefici della menta selvatica

La menta selvatica (Menta Arvensis) è diffusa in Cina, in Giappone e in Canada ma cresce anche nel nostro paese in modo selvatico. Nel clima continentale è una pianta officinale che si coltiva in gran quantità soprattutto per la produzione degli oli essenziali e del mentolo. In generale è alta 20-40 cm, più raramente 80 cm, ed il suo aspetto è simile a quello di altri tipi di menta. I fiori della menta selvatica sono di color viola. Per quanto riguarda l'habitat ideale, la pianta predilige i luoghi umidi vicini all’acqua. La prima descrizione cinese risalì a Lei Xiao nel V secolo nell’opera “Leigong baozhilun”, cioè “Le riflessioni del nonno Lei sulla preparazione delle erbe officinali”.
 




Principi attivi principali:
1-3% olio essenziali (80% mentolo), cesarini e flavonoidi.

Azioni principali:
  • Antimicrobica (uccide i microbi),
  • antispasmodica
  • antinfiammatoria
  • anestetica locale.
Nella medicina popolare l'utilizzo della menta selvatica è assimilabile a grandi linee a quello della menta piperita, dato che non è ancora stata operata una divisione precisa tra le singole specie.

Questa tipologia di menta, nella terapia moderna, viene impiegata in diversi ambiti quali:
  • nei prodotti e nei preparati delle medicine galeniche (come le compresse e le gocce);
  • per la cura dei disturbi digestivi, della sindrome del colon irritabile e per la cura della colangite;
  • come uso esterno, invece, viene aggiunta alle creme con la funzione di facilitazione della respirazione, per alleviare i dolori causati da malattie del sistema locomotorio, per la cefalea, come ingrediente delle creme per massaggi, negli impacchi e nelle composizioni desinate alla cura delle malattie dentarie e del cavo orale;
  • in caso di raffreddore ed infezione delle vie respiratorie, viene assunta mediante inalazione.
     
     




       
       
       
       
       
       

       
       
       
       
       
       

       

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